Le origini del Tango
Tutto ciò che riguarda il tango (etimologia, musica, danza) è avvolto dal mistero e dalla nebbia, come i luoghi da dove presumibilmente è uscito…
Le sue origini sono effettivamente assai confuse e discusse e affondano le radici nella miseria e nell’emarginazione sociale. La triste storia del tango inizia negli ultimi due decenni del XIX secolo nei sobborghi di Buenos Aires e Montevideo, i due porti sull’estuario del Rio de la Plata, ma il termine tango ha origini assai più remote.
Gli schiavi negri nell’antica Montevideo chiamavano tangós i luoghi, generalmente chiusi al pubblico, dove celebravano festività e cerimonie al suono dei tamburi. Oltre ai luoghi, con lo stesso termine si indicavano indifferentemente i tamburi e i rituali stessi.
Dopo l’abrogazione della schiavitù il termine rimase ad indicare le associazioni di negri liberi (associazioni di mutuo soccorso e di culto).
Nella lingua criolla, gli stessi luoghi venivano chiamati tambor.
Il termine tango potrebbe dunque essere stato importato dall’Africa dagli schiavi stessi, come sostengono alcuni studiosi, ma potrebbe anche avere una origine criolla, come deformazione della parola tambor, come sostengono altri.
Il tango fa la sua comparsa verso la fine del XIX secolo. Appare all’improvviso come una sorta di linguaggio comune dei porteños, folle di immigrati italiani, spagnoli, tedeschi, russi, famiglie numerose che abitano fianco a fianco nei grandi conventillos, nei cui cortili le note e i passi uniscono le persone più di quel castigliano sgrammaticato che ciascuno si sforza di parlare.
Secondo la tesi più accreditata, quella dei fratelli Héctor e Luis Bates (Historia del Tango, Buenos Aires 1936), il tango ricevette in eredità la linea melodico-sentimentale e la forza emotiva della habanera, la coreografia della milonga e il ritmo del candombe.
Nell’arrabal, il quartiere di periferia, si realizza l’incontro fra la gente del porto e la gente delle campagne. La gente della pampa porta la payada; questa si evolve e intorno al 1870 ad essa si unisce il ballo: è la habanera, che si diffonde ma immediatamente si trasforma, assumendo l’andamento caratteristico e insolito di una camminata in cui l’uomo avanza e la donna indietreggia. Nasce così la milonga, e milonguear significa passare la notte alternando canto e ballo. Dal porto di Buenos Aires arriva infine anche il candombe, che va a fondersi agli ingredienti precedenti per dare finalmente origine al tango.
Questo si diffonde rapidamente fra la povera gente, ma viene rifiutato dalla buona società che continua a praticare la contraddanza e la quadriglia, danze entrambe di importazione europea. Questo rifiuto favorisce uno sviluppo clandestino del tango che trova soprattutto nei bordelli e locali malfamati di ogni genere l’ambiente ideale per la sua fioritura, conquistando in tal modo l’appellativo di ballo della malavita. I testi dei primi tanghi come pure i racconti di Jorge Luis Borges descrivono molto fedelmente storie drammatiche di uomini e donne che hanno consumato la propria vita in tali ambienti.
Il tango è il frutto dell’incontro di tradizioni musicali provenienti da più continenti. La sua musica ha un carattere mondiale e il ballo è un momento di incontro, conoscenza, evasione e passione. E’ un ballo di coppia che va decisamente controcorrente, rompe abitudini consolidate da tempo e segue una logica totalmente innovativa e trasgressiva, non tanto per l’abbraccio molto stretto quanto per la stranezza e la complicazione dei passi che non seguono alcuna regola codificata, in netto contrasto con i balli in voga in quel periodo, fondati su una figura di base da ripetere fino alla noia, con qualche occasionale variante. Il tango, privo di schemi e coreografie predefinite, è un linguaggio con cui esprimersi liberamente e dai vecchi maestri era giustamente definito el idioma del abrazo. Le melodie del tango sono così ricche di differenti coloriture musicali, gli stili interpretativi e gli impasti strumentali così diversi, la poetica dei testi così mutevole, che passare da un brano all’altro significa di fatto entrare in una condizione emozionale completamente nuova, che ispira e favorisce un portamento e uno stile che non è mai lo stesso.
In origine il tango è solo musica per accompagnare la danza. Viene suonato per strada o in feste private e per questo gli strumenti devono essere facilmente trasportabili. Il conjunto tipico è un trio di flauto, arpa e violino oppure flauto, chitarra e violino o anche clarinetto, chitarra e violino. Successivamente il flauto viene sostituito dal bandoneón, che grazie al genio di numerosi interpreti, nel nuovo secolo diventerà la voce più caratteristica del tango. Questo strumento ha una straordinaria capacità espressiva, un timbro alquanto singolare e inoltre, agendo con abilità sul mantice, permette di ricavare variegate coloriture sonore e accentuazioni dinamiche. Il bandoneón impresse al tango la caratteristica cadenza struggente e quasi lacerante che lo fece diventare veicolo per eccellenza di tutte le passioni dell’animo umano.
All’inizio del XX secolo, il tango comincia ad entrare nei teatri e nei caffè. Non è più indispensabile avere strumenti facilmente trasportabili e così si impone il trio bandoneón, violino e pianoforte e l’orchestrazione diviene sempre più ricca. Intorno al 1910 al trio si sostituisce il sexteto típico: 2 bandoneones, 2 violini, pianoforte e contrabbasso e qualche anno dopo vengono aggiunte anche le parole e il canto.
Cominciano così a dedicarsi al tango strumentisti e direttori sempre più colti musicalmente, molti dei quali di discendenza italiana.
Il vero successo arriva però soltanto verso il 1913, vale a dire dopo che la Francia e l’Europa intera lo riconoscono come il ballo del momento. A Buenos Aires vengono aperti lussuosi locali con nomi francesi e arredati secondo la moda parigina. Dopo averlo inventato, ostacolato e deriso, l’Argentina adotta ufficialmente il tango, che diventa la più grande attrazione artistica del paese.
In Europa approda nel 1911; viene presentato all’Esposizione Universale di Parigi e riceve consensi entusiastici sia da parte dei maestri di ballo che da gran parte del pubblico, ma desta scandalo e indignazione non soltanto nel mondo ecclesiastico ma anche in quello accademico. La stampa non perde occasione per lanciare messaggi allarmanti sostenendo che il tango è un attentato alla morale in quanto consente di fare in pubblico cose che nel privato farebbero arrossire qualsiasi persona perbene.
Ciò nonostante gli addetti ai lavori, più realisti e lungimiranti dei giornalisti, riconoscono la potenza di questa danza e si mettono al lavoro per farla accettare anche dai benpensanti. In breve tempo il tango conquista tutte le città europee e americane e nascono ovunque scuole e locali dedicati a questo fenomeno. Sopravvive a due guerre mondiali e arriva ai giorni nostri con la freschezza, il vigore e la passione delle origini.
Le epoche del Tango
Dal 1926 ad oggi possiamo distinguere 5 periodi musicali:
- 1926 – 1936 Estilo Guardia Vieja
“il tango è un riflesso della società”, il tango era una attività marginale, prostituzione, malavita, questa era la società di allora. Le orchestre erano di 4 o 6 elementi, ed era il grande periodo del Jazz che ovviamente era più divertente da ballare (estilo rappresentato da Carlos Di Sarli, Osvaldo Fresedo (Sexteto), Francisco Canaro ,(Rafael, Francisco, Juan) Firpo, Adolfo Carabelli, Orquesta Tipica Victor, Edgardo Donato, Juan Maglio, Francisco Lomuto, Julio De Caro, Antonio Bonavena, Orquesta Tipica Brunswick, Francisco Pracánico, Cayetano Puglisi).
- 1936 – 1976 Estilo Milonguero
arriva Juan D’Arienzo che rivoluziona il tango, 5/6 bandoneones 3/4 violini e comincia ad essere un divertimento sociale, la musica ha uno stile intenso e dinamico, tutte le orchestre vanno sul ritmico. L’espressione nella danza dello stile Milonguero si caratterizza per un abbraccio stretto e movimenti contenuti e adatti agli spazi ristretti quali le Cafeterías. E’ uno stile sobrio, semplice e passionale in cui i ballerini spesso si appoggiano l’uno all’altro e l’asse individuale viene sostituito da un asse condiviso attorno al quale si muove la coppia (estilo rappresentato da Juan D’Arienzo, Carlos Di Sarli, Osvaldo Fresedo, Osvaldo Pugliese, Aníbal Troilo, Enrique Rodriguez, Rodolfo Biagi, Ricardo Tanturi, Ricardo Malerba, Pedro Laurenz, José García, Donato Racciatti, Héctor Varela, Fulvio Salamanca, Alfredo De Angelis, Juan Sanchez Gorio, Quinteto Pirincho).
- 1940 – 1980 Estilo Salon
Siamo in un contesto politico e sociale con molta produttività e quindi l’economia è in crescita … il paese è ricco e nel Tango comincia ad essere importante tanto il cantore quanto il direttore dell’orchestra, ed iniziamo così ad essere scritti grandi testi e poesie di tango, la gente che frequenta il tango é più elegante, si balla sempre più nei salotti dell’aristocrazia e anche fuori da Buenos Aires, crescono e si ampliano gli spazi anche serali a disposizione, si balla anche nelle palestre ed il tango arriva anche al Teatro Colon con Pugliese. L’espressione nella danza del Tango Salon si caratterizza per un abbraccio più largo rispetto al milonguero, maggior rispetto per l’asse individuale, una ricerca per l’eleganza e la spettacolarità del movimento, passi più lunghi e più figure perché gli spazi più ampi lo consentono. (estilo rappresentato da Osvaldo Pugliese, Carlos Di Sarli, Osvaldo Fresedo, Aníbal Troilo, Miguel Calò, Ángel D’Agostino, Osmar Maderna, Domingo Federico, Alfredo Gobbi, Florindo Sassone, Octeto Tibidabo, Ricardo Tanturi, Enrique Francini, Armando Pontier, Quinteto Real).
- 1980 – 1990 periodo solo di cantori, non si balla molto
- 1990 – a oggi Estilo Contemporaneo
abbiamo Estilo Evocativo in cui le orchestre replicano gli stili precedenti ed Estilo Creaciòn Propia in cui le orchestre creano il proprio stile (Estilo Evocativo rappresentato da Juan D’Arienzo Orchestra, Color Tango, San Souci, Tanturi, Solo Tango, Hyperion Ensemble, Beltango, Quintetto Kristal, Tango Spleen, Romantica Milonguera, Orquesta Tipica Misteriosa Buenos Aires, Sexteto Milonguero – Estilo Creaciòn Propia rappresentato da Amures Tangos, Esteban Morgado, Sexteto Milonguero, Demoliendo Tango).
- 2000 – a oggi Estilo Elettronico
amato ed odiato con la stessa intensità, però grazie a questa nuova musica molti si sono avvicinati al tango, per poi capire che il tango ha una storia dietro. L’espressione nella danza del Tango Nuevo si caratterizza per un allontanamento dall’abbraccio e per una ricerca costante di sempre più nuove forme di movimento anche rispetto al Tango Show (estilo rappresentato da Gotan Project, Otros Aires, Narcotango, Tanghetto, Bajofondo).
E Astor Piazzolla dovremmo classificarlo a parte perché troppo difficile da ballare, meglio da ascoltare.
La musica nella milonga
Al Musicalizador (il direttore musicale del Tango o brevemente anche chiamato TangoDJ) spetta il compito di creare la “buona onda”, proponendo tande “”coerenti”, cioè che hanno una continuità per orchestra, direttore, periodo e tipologia dei brani.
La tanda, che può essere di tango, vals o milonga va a costituire il cosiddetto “giro di tandas” dove per “giro completo” si intende che sono stati eseguiti:
– 4 tanghi
– 4 tanghi
– 3 vals
– 4 tanghi
– 4 tanghi
– 3 milonghe
per poi ricominciare nuovamente. Si avrà quindi un 4-4-3 + un 4-4-3 per avere un giro di tandas completo.
La struttura sopra è l’ideale per le serate di milonga di durata superiore alle quattro ore; per le milonghe fino a quattro ore la struttura ideale sarebbe di : 4 tanghi, cortina, 3 vals, cortina, 4 tanghi, cortina, 3 milonghe.
Poi ogni Musicalizador è “libero” di esprimersi, pur ricordandosi però che:
-
dovrebbe annullare il proprio gusto personale e osservare cosa piace e balla il pubblico di quella serata;
- dovrebbe quindi porre la sua attenzione sui ballerini;
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dovrebbe quindi nei primi 15/20 minuti capire quale tipo di musica mettere in base allo spazio per ballare (se poco spazio utilizzare stile Milonguero, se tanto spazio usare stile Salon), in base alla temperatura (se fa freddo meglio usare una musica calda che invoglia al movimento), in base all’abbigliamento delle persone (se sono poco eleganti possiamo mettere musica anche alternativa, intensa, se sono in smoking o abiti lunghi forse è consigliabile usare musica tranquilla), in base alle scarpe delle donne (se hanno tacchi bassi è possibile che ballano da poco e quindi meglio usare pezzi da lezione);
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sempre deve ricordarsi che è una festa sociale e quindi anche la cortina ha una sua funzione e deve sempre generare emozioni, sensazioni e ricordare buoni momenti.
Quindi musicalizzare in una milonga è 50 % conoscenza e 50% osservazione.
Una serata a Buenos Aires potrebbe essere composta da un 10 % Estilo Contemporaneo, 10 % Estilo Evocativo, 40 % Estilo Salon e 40% Estilo Milonguero; in Europa anche l’Estilo Electronico avrebbe uno spazio.
In una tanda si possono usare anche 4 orchestre diverse ma suono, stile ed epoca dovrebbero essere uguali.
Come “muoversi” in una Milonga
La “Milonga” è l’ambiente in cui si pratica il Tango; l’andamento si svolge in senso antiorario, portando il massimo rispetto reciproco tra le coppie. Lo spazio in pista può essere molto ristretto e trattandosi di improvvisazione, è difficile prevedere come ogni singola coppia interpreterà il brano musicale; per questo motivo, l’uomo – che guidando ha la responsabilità della coppia – non potendo vedere e prevedere cosa succede alle proprie spalle, dovrà evitare di fare passi contromano e gli eventuali passi indietro andranno fatti verso il centro della pista e/o nella direzione di ballo.
“Mirada” e “Cabeceo” costituisco l’invito al ballo, il preliminare di rispetto di questa danza: l’uomo inizia a guardare (mirada) la donna che intende invitare finché incrocia il suo sguardo e lo mantiene; quindi fa un cenno col capo (cabeceo) come per dirle «balliamo?» e la donna, se vuole accettare l’invito, risponde con un cenno affermativo della testa. Allora l’uomo si alza e va verso il tavolo della donna aspettandola nella zona della pista antistante il tavolo e qui avviene l’incontro. L’uomo non deve mai avvicinarsi alla donna o al suo tavolo: sarebbe un atteggiamento invadente e poco rispettoso della libertà di scelta della donna, che potrebbe sentirsi obbligata a ballare controvoglia solo per evitare di ferire con il suo rifiuto.
Mirada e cabeceo sono quindi una forma di rispetto reciproco, che consentono di evitare spiacevoli rifiuti vis-à-vis , spiacevoli per l’uomo e per la donna che non devono inventare scuse banali per rifiutare un ballo .. se non si desidera ballare è sufficiente distogliere lo sguardo da una mirada ricevuta. Una volta entrati in pista, sarebbe buona norma che i ballerini più esperti occupino la parte più esterna della pista, lasciando le “corsie” interne ai meno esperti; e tutti (esperti e non) dovrebbero ricordare che per esibirsi ci sono altre occasioni e posti, in milonga bisogna portare rispetto alle altre coppie e portare il proprio contributo all’armonia della pista.
Il Tango è espressione di emozioni attraverso il linguaggio del corpo, e quindi la coppia mentre lo balla non dovrebbe comunicare con le parole per non interrompere questo armonioso ed unico momento, unico e irripetibile anche se la stessa coppia ballerà in altra occasione la stessa musica … ogni momento è e rimane unico .. difficile che una emozione sia uguale ad un’altra. Per scambiare due parole lo si può fare tra un brano e l’altro oppure alla fine della tanda, e sarebbe buona norma anche che l’uomo riaccompagni la donna al proprio posto!
Quanto sopra riportato è tratto dal libro dal libro di Elisabetta Muraga, Il Tango – sentimento e filosofia di vita (Xenia Edizioni, Milano 2000), da note raccolte girando per la rete, da un seminario tenuto da Marcelo Rojas della Radio “2×4” di Buenos Aires, e da pensieri e considerazioni proprie degli insegnanti di TimeforTango .
RADIO 2×4
Con la Radio 2×4 di Buenos Aires è possibile ascoltare tango argentino 24 ore su 24! Si tratta di una radio supportata dal governo della città autonoma di Buenos Aires. È possibile ascoltarla direttamente on-line e vedere la programmazione giorno per giorno.
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